Gira vota e firrìa

Ottavino e Pianoforte
“Gira, vota e firrìa” è un modo di dire del dialetto siciliano che indica una particolare situazione nella quale la persona si ritrova, dopo una serie di eventi o peripezie, sempre allo stesso punto di partenza. Ed è il linguaggio della mediterranei, dei colori e dei suoni della Sicilia che vengono evocati nel corso della composizione.  Il costante ritmo ternario del 12/16, come se fosse una tarantella o una pizzica del Salento, portano l’ascoltatore ad immergersi in un contesto dove il ritmo è l’elemento costante del lavoro. Il brano, in forma tripartita ABA con una coda (C), si sviluppa costantemente nella tonalità di la minore (il modo è tipico della musica popolare mediterranea), dove anche la sezione B - con leggere inflessioni di linguaggio jazzistico - mantiene il carattere e il colore costante del linguaggio mediterraneo.  Di particolare menzione vi è la coda (C) dove la poliritmia diventa elemento portante della sezione. L’equivalenza 12/16 = 3/4 crea un gioco ritmico dove il linguaggio già usato si mischia a quello della America Latina, con la Samba in 3/4, andando a costruire una sonorità del tutto inusuale ma dalla resa piuttosto efficace.  L’Ottavino in questo pezzo vive elementi di forte virtuosismo in sonorità tipiche della musica popolare e che fanno riferimento - quasi come se fosse una citazione - al “friscalettu” della cultura siciliana. Il pianoforte è risultato il “motore” ritmico più adatto per sostenere tutti questi “giochi” compositivi.